Usura e paranoie
Questo piccolo articolo inaugura un filone a cui daremo seguito nel tempo: il tema dell’usura che riguarda i nostri articoli d’abbigliamento preferiti, le nostre amate sneakers.
Recentemente sono apparsi su TikTok e Instagram alcuni video diventati virali di intersuole di sneakers divenute così fragili da sbriciolarsi solo con una non eccessiva pressione delle dita.
Come ci ricorda questo articolo di Highsnobiety, le calzature sportive sono fatte per essere indossate, più che per essere esposte in una teca. Per mantenere al meglio questi oggetti infatti occorrerebbero particolarissime condizioni ambientali, poiché colle, gomme e schiume possono asciugarsi, spaccarsi e deteriorarsi col passare degli anni, così come i cuscinetti d’aria opacizzarsi e praticamente sgonfiarsi a tal punto da divenire inservibili.
Oggi la scarpa sportiva – ovviamente parliamo soprattutto delle edizioni più ambite e più “simboliche” – non è più solo oggetto identitario, e neanche più un articolo da collezione, ma un vero e proprio status dall’imponente carico meta-testuale, feticcio che racchiude tutte le contraddizioni della cultura fashion odierna. Questo allontana la scarpa dalla sua radice funzionale: i suoi aspetti individualistici, quelli che ci permettono di definire la nostra personalità, nonché tutte le qualità di comfort e utilità pratica vengono assorbiti all’interno di una dimensione più aleatoria e elitaria, lontana dalla strada (strada sia nel senso letterale che concettuale, cioè come dimensione psicologica): quella dimensione dominata dai rich kids e dal loro streetwear costosissimo mescolato a capi d’alta moda e altri marchi posizionati sul mercato in fascia alta. Una dimensione che domina le piattaforme di condivisione e crea quell’ansia sociale diffusa di chi dall’altra parte anela a questo mondo, senza potervi appartenere.
Nel sempre più controverso rapporto tra elitarismo fashion e streetwear popolare, in quella continua tensione tra “alto” e “basso”, va a perdersi il concetto che l’articolo di Highsnobiety sottolinea: se le vostre scarpe comunque si distruggeranno, tanto vale farle vivere, lì fuori, addosso ai tuoi piedi, a rappresentare ciò che sei, la tua voce, la tua identità, attraverso i passi, gli incontri, e una sneaker rotation vivace, che non ha paura dell’asfalto o del playground.
Per questo per noi hanno poco senso le Jordan Dior o le adidas SuperStar Prada.
Una scarpa in una teca è in un certo senso una scarpa già defunta, una scarpa che non riesce ad appartenerti veramente. Quello che chiede una sneaker è invece proprio il contrario: appartenere a qualcuno, entrare nei suoi ricordi, nella sua vita, accompagnarlo ovunque, un oggetto che va “mangiato”, vissuto, sentito, adorato certamente…ma poi CONSUMATO.
E dunque, se proprio vogliamo comunque farle vivere il più a lungo possibile, prima di questa morte inevitabile…quali sono le condizioni migliori per mantenere le vostre calzature sportive? Come si fa a restaurarle? Come si fa a pulirle a fondo? Beh intanto gustatevi questa pagina di restauratori. Torneremo su questo argomento nelle prossime puntante di Thekicksage.